A continuare l’opera di padre Guerra fu chiamato padre Mariano Girotto. Il Capitolo provinciale nel 1934 lo inviò a Padova con l’incarico di guardiano presso il convento di San Francesco Grande; successivamente nel 1935 viene nominato parroco.
Sostenuto da un fisico eccezionale, sempre in buona salute, padre Mariano Girotto è stato l’anima dell’Azione cattolica, con un occhio paterno alla gioventù maschile “luce dei suoi occhi” per la quale era sempre disponibile in colloqui, assistenza, preparazione di gare di cultura religiosa, esercizi spirituali e meravigliose gite attraverso l’Europa! Quelle gite che per la loro sistematicità, per la varietà dei programmi, che andavano dai luoghi più significativi ai monumenti, ai musei, ma soprattutto ai santuari, divennero per i giovani motivo di ulteriore maturazione spirituale, culturale e artistica.
Padre Mariano ebbe soprattutto cura d’anime: prima di tutto sacerdote francescano, trascinò con l’amore e la semplicità. Non convinceva con ragionamenti puramente intellettuali. Una frase che ripeteva spesso era: «Io vado dritto per la mia strada». «Le anime si educano amandole»: questo fu il segreto della sua pedagogia.
L’attività pastorale di padre Mariano si è manifestata nella costante attenzione e servizio nelle varie associazioni e nell’appuntamento domenicale, per la spiegazione del Catechismo agli adulti. Le sue prediche avevano un carattere più pastorale che teologico, più morale che filosofico, erano di ispirazione più sociale che politica.
A San Francesco fioriscono in questo periodo numerose associazioni, molte congregazioni, varie confraternite: confraternita del Suffragio, confraternita del Santissimo Sacramento, confraternita del Sacro Cuore, Pia Opera di San Gregorio Barbarigo per le vocazioni, gruppo Paggetti di Sant’Antonio, gruppo Apostolato della preghiera, congregazione delle Figlie di Maria, gruppo della San Vincenzo, Schola cantorum, associazioni di Azione cattolica, Esploratori cattolici. A tutte padre Mariano procura una sede, di tutte cura l’organizzazione e ognuna di esse vive ed è presente nel tessuto della parrocchia.
Egli fece sistemare innanzitutto i patronati benedetti nel 1937 dal padre provinciale Pacifico Perantoni, dotandoli di aule per la dottrina cristiana e per il doposcuola, le palestre, le sale da gioco e la casa alpina per le vacanze estive. Il patronato maschile fu intitolato al beato Bernardino da Feltre, già superiore del convento nel 1456. La sala teatrale dotata di un nuovo ingresso, fu adibita anche a sala cinematografica, diventando così nel settembre 1937 il primo cinema parrocchiale di Padova.
Padre Mariano dedicò particolare attenzione anche ai poveri, svolgendo una inesauribile opera caritativa per quasi 50 anni, coadiuvato soprattutto dalla San Vincenzo.
Egli fece inoltre restaurare alcune cappelle della chiesa, rovinate dal tempo. In occasione del 25° anniversario del ritorno dei frati a San Francesco volle restaurare una cappella, dedicandola al Sacro Cuore di Gesù e decorandola con una bella statua marmorea della scultrice Marta Sanmartini di Venezia. La cappella fu inaugurata il 12 febbraio 1939 alla presenza del ministro provinciale padre Pacifico Perantoni.
Dopo la riedificazione del patronato maschile nel 1939, venne restaurato nel 1941 anche il patronato femminile, adiacente alla chiesa, e fu affidato alle cure delle suore Francescane di Cristo Re. Nel 1940 fu sistemato pure il nuovo coro.
Il 2 marzo 1939 sale al soglio pontificio il cardinale Eugenio Pacelli con il nome di papa Pio XII (1939-1958). Come primo gesto del suo pontificato, a maggio il papa indice una “crociata di preghiere per la pace” seriamente minacciata in quegli anni.
La parrocchia, che nel 1937 registrava 845 famiglie, veniva sempre più ad accrescersi fino a che, nel 1941, veniva smembrata e, con l’aiuto di altre parrocchie limitrofe, veniva eretta la nuova parrocchia di San Prosdocimo.
Meritano a questo punto una particolare menzione tutte le congregazioni religiose che hanno operato per il bene delle anime. Prima fra tutte le suore Francescane di Cristo Re che fin dal 1° dicembre 1932 si prestarono per l’assistenza al patronato femminile e per l’insegnamento della dottrina cristiana. Seguono le Araldine, aspiranti religiose che con i loro canti rendevano più solenni le funzioni. Quindi le Piccole Ancelle del Sacro Cuore, in via del Santo, che curano un asilo, le scuole elementari e si prestano per l’insegnamento della dottrina cristiana. Poi le suore Terziarie Francescane Elisabettine per l’Opera del pane dei poveri. Ricordiamo anche che fin dal dicembre 1950 la parrocchia ospita il Collegio universitario aspiranti medici missionari (Cuamm).
Durante la guerra 1940-45, ben poco si poté fare: fu epoca di bombardamenti devastanti e di lotta fraterna. La parrocchia di San Francesco ospitò i perseguitati di ogni provenienza e fu rifugio per ogni sofferenza. L’opera pastorale fu rivolta ad aiutare i senza tetto a causa dei bombardamenti, gli sfollati e quanti cercassero conforto e assistenza. Dinanzi al convento vi era la sede del maggiore Carità, dove si torturavano i prigionieri politici, eppure tra le mura del convento stesso osavano radunarsi i patrioti dei Comitati di liberazione! Il parroco padre Mariano Girotto stabilì un sistema di comunicazione per corrispondere con i disgraziati prigionieri e rincuorarli nell’attesa della liberazione, inviando notizie dei loro cari o della liberazione vicina. E quando arrivò la liberazione, non esitò a proteggere e salvare coloro che potevano correre pericolo di essere giustiziati sommariamente e ingiustamente, dando prova che la carità cristiana non è legata a fazioni, ma è guidata solo dallo spirito del Vangelo.
Terminata la guerra, la chiesa di San Francesco ritornò a essere un cantiere. Si ottenne il permesso di usare lo spazio racchiuso dalle arcate del magnifico chiostro annesso alle scuola magistrali; si ebbero ampi locali: l’ufficio del parroco, l’ufficio del vicario, l’archivio e un locale per i confessionali. Il parroco per voto volle far risorgere l’antica confraternita del Santissimo Crocefisso e porre in loco il grande crocefisso opera attribuita ad Andrea Brustolon. Sorse così la cappella del Suffragio inaugurata nel giugno 1952. La cappella dell’Immacolata, interamente affrescata da Girolamo Dal Santo nel 1523-24, fu restaurata mettendo in luce il primitivo disegno e i primitivi colori. La statua lignea dell’Immacolata fu sostituita con l’artistica statua di Luigi Strazzabosco che raffigura la Vergine nella tradizionale iconografia francescana.
Altri due importantissimi restauri furono la Sala della Carità e l’edificio chiamato patronato femminile che, probabilmente è l’unica parte superstite dell’antico ospedale di San Francesco. Questo giaceva in uno stato di completo abbandono. Il lavoro di ripristino fu perciò un lavoro difficile e delicato.
La Scuola di Santa Maria della Carità fu una delle confraternite più antiche e fiorenti di Padova. Tra i soci più insigni ci furono i coniugi Bonafari, costruttori della chiesa, del convento e dell’ospedale di San Francesco. Di fronte alla chiesa, su fabbricati di loro proprietà, elevarono un edificio con una grande sala per le riunioni e la donarono alla confraternita che ne fece la sua magnifica sede.
Dopo la devastazione napoleonica la sala servi agli usi più incredibili e perciò si trovava in condizioni deplorevoli. Nel 1946 furono eseguiti i primi restauri: gli affreschi del pittore veronese Dario Varotari, che nel 1579 aveva decorato la sala narrando gli episodi della vita della Vergine, furono completamente ripuliti e restaurati. Fu rifatto l’immenso soffitto ligneo, asportato da Napoleone e fu riparato anche il pavimento; fu necessario inoltre creare un secondo più comodo ingresso per ragioni di sicurezza. Padre Mariano trova una soluzione: acquista la bottega di un fabbro adiacente alla sala e realizza un secondo ingresso, ora principale ingresso frontale.
Terminata la guerra anche le attività parrocchiali ripresero nuova vita. Il 23 settembre 1945 veniva ricostituito il gruppo degli Esploratori cattolici, soppresso dal precedente regime. Padre Mariano offrì loro l’opportunità di avere come sede e luogo d’incontro i locali a piano terra della Sala della Carità. Anche l’Azione cattolica riprendeva nuova vita nelle sue varie sezioni maschili e femminili. Gli uomini e le donne di Ac, i seniores, gli juniores, gli aspiranti e i fanciulli cattolici si impegnavano nelle varie attività specialmente nella gara di cultura religiosa, ottenendo nel 1949 il primo posto in campo regionale e poi nel 1953 in quello nazionale!
Il 27 luglio 1947 la parrocchia si stringeva tutta attorno al suo parroco, padre Mariano, in occasione del suo 25° di sacerdozio, per dimostrargli la sua gratitudine e apprezzamento per quanto aveva fatto e andava facendo per il bene di tutti.
Nel 1958 si svolge a Padova il quinto Congresso eucaristico diocesano e alle celebrazioni partecipa il cardinale Angelo Roncalli, che verrà nominato papa il 28 ottobre 1958 con il nome di Giovanni XXIII, e reggerà la Chiesa fino al 3 giugno 1963.
La parrocchia continuava a distinguersi per belle iniziative: il 18 ottobre 1949 veniva istituita la Cattedra di cultura francescana nella restaurata Sala della Carità. I più bei nomi della cultura si avvicendavano per tenervi delle conferenze alla cittadinanza che accorreva numerosa: i professori Pier Luigi Bargellini ed Ezio Franceschini, l’avvocato Francesco Carnelutti, monsignor Loris Capovilla, l’on. Giorgio La Pira, don Primo Mazzolari.
Fra le opere degne di rilievo in questi anni sono da ricordare: il riscaldamento della chiesa nel 1959; l’inaugurazione, il 14 giugno 1960, della casa alpina Maria Immacolata a Rocca Pietore per le vacanze estive dei giovani. Il sogno di padre Mariano e del suo collaboratore padre Ottaviano Quinzi era quello di realizzare una casa montana dove i fanciulli della parrocchia in difficoltà economiche potessero soggiornare nei mesi estivi. La contessa Giusti del Giardino, parrocchiana, sensibilissima e particolarmente attenta alle necessità della gioventù, colse l’appello di padre Mariano e gli permise di acquistare il terreno a Rocca Pietore in provincia di Belluno, e di edificare dal nulla la casa alpina: 50 posti letto per i fanciulli e le fanciulle meno abbienti della parrocchia.
Nel novembre 1960 vediamo la parrocchia impegnata nello svolgimento della Missione cittadina, predicata nella chiesa di San Francesco da due frati minori e seguita con devozione da numerosi cittadini.
Il 23 aprile 1962 segna l’inaugurazione della nuova sede dell’Asci, restaurata ad opera degli esploratori stessi per dare un ambiente più dignitoso alle loro attività.
Con il nuovo anno, precisamente il 23 gennaio 1963, viene celebrato con devozione e semplicità, com’era desiderio del festeggiato, il cinquantesimo di professione religiosa del parroco padre Mariano.
Tra le ricorrenze che ogni anno venivano festeggiate, ricordiamo la solennità del Serafico padre san Francesco d’Assisi il 4 ottobre, la festa della Madonna della Salute il 21 novembre, la Giornata missionaria a maggio, l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale di padre Mariano in luglio, il suo onomastico a dicembre.
In occasione del viaggio in Terra Santa di Paolo VI, eletto papa il 21 giugno 1963, padre Mariano organizza nel mese di gennaio ’64 una conferenza dal titolo “I luoghi della Terra Santa e la situazione attuale dell’Oriente” seguita da un documentario a colori nella sala del cinema Excelsior.
Una data importante per la comunità francescana è il 14 gennaio 1964 che ricorda il 50° anniversario del “ritorno” dei frati a San Francesco Grande. Nel bollettino di aprile viene riportato un passo significativo tratto dalla “Cronaca del convento” in cui si ricorda: «il fatal giorno della forzata deposizione del serafico abito e della nostra dolorosa separazione». Per l’occasione viene pubblicato un numero unico ampiamente illustrato dal titolo I Frati Minori a Padova nel cinquantennio dal loro ritorno a S. Francesco 1914-1964.
Sempre per festeggiare il 50° anniversario del ritorno, in ottobre e in preparazione alla solennità di San Francesco, si tiene un triduo solenne aperto alla cittadinanza, alle autorità civili e religiose e le celebrazioni si concludono con un discorso commemorativo tenuto dall’on. Giuseppe Bettiol presso la Sala della Carità.
Il 29 giugno 1964 tutta la comunità di San Francesco Grande si stringe attorno a un giovane della parrocchia, Renzo Caravello, che entrato nella congregazione dei padri Comboniani per prepararsi al sacerdozio e alle missioni, celebra la sua prima messa nella parrocchia che lo aveva visto crescere. Non possiamo dimenticare le altre vocazioni sacerdotali della parrocchia: i francescani mons. Pio Augusto Crivellari, vescovo di Trivento, in provincia di Campobasso (+ 3 febbraio 1965), padre Francesco Poli (+ 22 gennaio 1984), padre Francesco Ferrari, residente a Gubbio.
Nel bollettino di novembre padre Mariano dà un dettagliato resoconto dei lavori eseguiti negli ultimi tempi per la chiesa: la tinteggiatura, il rifacimento del pavimento, eseguito mantenendo rigorosamente il disegno originale, l’acquisto dei banchi «belli e comodi», il pregevole sbalzo in rame di Luigi Strazzabosco che va a incorniciare il bassorilievo di San Bernardino da Feltre nella cappella a lui dedicata. Da sottolineare che i fondi per tali opere erano il frutto di spontanee donazioni di tutti i parrocchiani, più o meno abbienti.
Un avvenimento importante segna l’anno 1965: è la chiusura del concilio Vaticano II che papa Giovanni XXIII aveva aperto l’11 ottobre 1962 e che poi Paolo VI aveva continuato e concluso l’8 dicembre 1965, giorno dell’Immacolata. Padre Mariano vuole informare i suoi parrocchiani delle innovazioni apportate dal Concilio che, come egli dice, «ha portato un soffio nuovo nella liturgia ed è il passaggio dello Spirito Santo nella Chiesa che Pio XII aveva intravisto e annunciato» e organizza a tale scopo una serie di conferenze e la proiezione di un filmato.
Padre Mariano nel marzo 1966 partecipa con i suoi parrocchiani al pellegrinaggio in Cattedrale per l’acquisto del Giubileo conciliare. L’anno 1967 viene proclamato dal papa Paolo VI “Anno della Fede”, anno centenario commemorativo dei santi Pietro e Paolo. Ed è per questo che il vescovo Girolamo Bortignon presiede una solenne concelebrazione in cattedrale il 29 giugno.
Qualche novità in parrocchia a settembre: il parroco comunica che «padre Vivaldo Mauro, che per sei anni, ha lavorato con tanto amore per la preparazione e formazione della sezione scout e degli aspiranti ci lascia essendo stato nominato parroco nella nostra parrocchia francescana di San Bernardino a Verona. Il nuovo cappellano padre Claudiano Vantin è già arrivato».
Grazie al gruppo Stampa molto attivo in parrocchia continua a funzionare due volte alla settimana presso il patronato maschile di vicolo Santa Margherita la sala di lettura completamente rinnovata, con ampia scelta di testi, libri di lettura e giornali.
Un grave lutto colpisce la comunità di San Francesco: la morte a settembre 1968 della contessa Bianchini d’Alberigo Giusti del Giardino, grande benefattrice, terziaria francescana. Nell’omelia padre Mariano la addita come «esempio di semplicità degli umili, degli spiriti veramente nobili e grandi che si annullano nei confronti del prossimo».
La presenza della Chiesa nel mondo si era delineata negli ultimi mesi del 1968 su tre incisive manifestazioni: l’Anno della Fede, l’enciclica Humanae Vitae e la presenza del papa a Bogotà. Padre Mariano, sempre attento alla formazione dei suoi parrocchiani, organizza un ciclo di conferenze sul valore teologico, ascetico e morale di tale enciclica.
Tra gli avvenimenti celebrati nell’anno 1969 ricordiamo il 25° di episcopato e il 20° di ministero pastorale a Padova del vescovo Girolamo Bortignon.
Padre Mariano attraverso i suoi bollettini parrocchiali porta a conoscenza della comunità molti dei temi trattati dal concilio Vaticano II. Ad esempio nel bollettino di settembre ’69 parla del significato di “parrocchia” dato da Paolo VI nel Concilio: «Un’assemblea di fedeli organizzata localmente sotto la guida di un pastore che fa le veci del vescovo. (…) La parrocchia è come una casa dove qualcuno si occupa di tutti, perché l’amore si espanda in una fraternità semplice, naturale, bella e attiva».
Una bella novità è data dalla riapertura dal 15 settembre ’69 del patronato femminile «per accogliere le bambine e le adolescenti nelle ore pomeridiane. Ivi ogni giorno hanno modo di incontrarsi dalle ore 16 alle 19 per i giochi i più vari, le più grandi anche per trattare con serietà e serenità i loro problemi e temi di interesse comune sotto la guida di persone competenti».
Altra novità, ma in campo liturgico, è il nuovo rito della messa entrato in vigore il 7 marzo 1965. Per farlo conoscere ai parrocchiani si forma il gruppo liturgico che organizza tre conferenze sul valore dell’assemblea liturgica, sulla liturgia della parola e sulla liturgia eucaristica. Segretario del gruppo liturgico è lo studente Pier Franco Beatrice.
Molto attivo in parrocchia anche il gruppo familiare che organizza gli incontri per fidanzati in preparazione al matrimonio e gli incontri per le famiglie giovani della parrocchia. Segretario del gruppo familiare è Giuseppe Jori. Il gruppo catechistico cura l’insegnamento catechistico ai fanciulli e la loro formazione religiosa e costante è il rapporto con i loro genitori. Il gruppo cura pure la formazione degli aspiranti catechisti. Segretaria del gruppo è Marisa Carraro, studentessa universitaria. Il gruppo stampa, composto in prevalenza di giovani di Ac, cura il servizio riguardante il funzionamento della sala di lettura, i prestiti, gli abbonamenti a riviste e studia iniziative per frenare l’espandersi della pornografia. Organizza pure attività ricreative, gite e prepara un giornale El Batocio quale portavoce dei settori dell’Azione cattolica e dell’attività dei vari gruppi: segretario del gruppo stampa è Francesco Jori.
Nel mese di luglio 1970 tutta la parrocchia si stringe attorno al santo padre Paolo VI per celebrare i suoi 50 anni di sacerdozio e padre Mariano invia al papa, a nome di tutta la comunità parrocchiale, un telegramma di augurio e di riconoscenza, assicurandogli preghiere. Il papa risponde ringraziando e auspicando che tale celebrazione serva a ravvivare la fiducia verso il sacerdozio, quale servizio reso alla Chiesa nel nome di Cristo.
L’anno si chiude con un’altra bella novità: la riapertura del patronato maschile, completamente rimesso a nuovo. Comincerà a funzionare con la possibilità di giocare a tennis, a pallacanestro e a pallavolo.
Per limiti di età padre Mariano nel 1972 lascia la parrocchia di San Francesco e si ritira nel convento del santuario Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza. Nell’ottobre si congeda dai suoi parrocchiani con una messa solenne concelebrata con il suo collaboratore di una vita padre Donato Santacaterina e il nuovo parroco padre Leone Rosato.
Padre Mariano invia ai suoi parrocchiani, che ha guidato per ben 38 anni, una commovente e affettuosa lettera di ringraziamento e di saluto.
Durante tutto il periodo di permanenza nel santuario della Madonna dei Miracoli a Motta di Livenza, padre Mariano continua a mantenere i legami affettuosi di padre con i suoi parrocchiani che spesso andavano a trovarlo perpetuando così quel legame fraterno che non si era mai interrotto. Padre Mariano ci lascia l’11 gennaio 1985.