Il presbiterio, detto anche cappella maggiore è separato dalla navata centrale della chiesa da un arco trionfale, che conserva lo stile tardo gotico delle altre crociere della navata principale. Fu affrescato nel 1683 con un’Annunciazione da A.G.F. sigla interpretata come “Angelo Garzoni fecit”.
Il tema dell’Annunciazione riprende la raffigurazione affrescata nella fascia attorno a tutto il presbiterio: in fondo al coro l’angelo saluta Maria “Ave Maria, gratia plena” (Lc, I, 26-31).
La parte anteriore del presbiterio
Altare al popolo
Dopo la riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II, fu eretto in avanti un nuovo altare della celebrazione. Il paliotto in trachite è opera di Luigi Strazzabosco e rappresenta l’Ultima Cena di Gesù.
Sul basamento dell’altare, nel lato verso l’abside, è presente l’iscrizione:
SORZÈ ALFONSO / IN MEMORIA / DEL FIGLIO DOMENICO / E DELLA MOGLIE / BENVENUTA POLATO / XXIV-IX-MCMLXXI
Altare maggiore
Al centro, l’altare maggiore è opera di Mattia Carneri, concluso nel 1705 a spese del nobile Francesco Girolamo Leon Cavazza (gli stemmi della famiglia sono presenti ai lati dell’altare), con bellissimi intagli marmorei, riadattato nei restauri del 1927.
Sullo sportello del tabernacolo è presente la scritta:
SINITE PARVULOS VENIRE AD ME / DOCTRINAE CHRISTIANAE TIRONES
Su ciascun lato dell’altare è presente un ulteriore intaglio marmoreo e lo stemma in pietra scolpita e dipinta della famiglia Leon Cavazza (vedi foto della galleria).
Lo stemma è diviso in quattro fasce verticali (pali o pezzi): sul primo palo d’argento sono presenti tre teste di leone di rosso sovrapposte volte a destra, sul secondo di rosso e d’azzurro è presente un leone coronato d’azzurro nascente da fascia, sul terzo di rosso sono presenti tre teste di leone d’azzurro sovrapposte volte a sinistra, sul quarto di rosso e d’azzurro è presente un toro furioso d’azzurro sormontato e affiancato da tre stelle a cinque punte.
Gli intarsi del paliotto dell’altare maggiore
Il lato sinistro del presbiterio
Sul lato sinistro del presbiterio è presente un dossale di coro in legno; subito dopo, andando verso l’interno della cappella, è presente una mostra di finestra con un cherubino in pietra sul lato superiore e lo stemma, sempre in pietra, della famiglia Lion Cavazza, sul lato inferiore.
Il lato destro del presbiterio
In modo speculare, sul lato destro del presbiterio è presente un dossale di coro in legno; subito dopo, andando verso l’interno della cappella, è presente una mostra di finestra con un cherubino in pietra sul lato superiore e lo stemma, sempre in pietra, della famiglia Lion Cavazza, sul lato inferiore.
La parte posteriore del presbiterio
L’organo Pugina – Roverato
Nel 1929, i Pugina costruirono per la chiesa uno strumento a trasmissione pneumatica, fornito di una console a due manuali di 58 tasti con pedaliera di 27 note. Questo strumento, posto già nel coro, fu ristrutturato ed elettrificato nel 1973 dalla ditta Roverato che lo ha pure disposto in due corpi (a destra, Grand’organo e Pedale, a sinistra l’Espressivo e parte del Pedale), contro le pareti del coro, dietro l’altare.
Le mostre sono caratterizzate dalle canne disposte a mitria.
Wikipedia – Chiesa di San Francesco Grande
Sulle targhette metalliche applicate alle due mostre d’organo è presente la scritta:
Premiata Ditta
Annibale Pugina & figli
Padova
CASA FONDATA NEL 1810
Costruzione d’organi pneumatici-tubolari
sistema perfezionato e patentato
Archivio storico
Il leggio da coro
Galleria fotografica
Archivio storico
Il coro ligneo
Galleria fotografica
Archivio storico
La fascia decorativa
All’altezza della volta, scorre lungo tutto il presbiterio un’alta cornice che presenta su uno sfondo monocromo motivi floreali e figure di santi e martiri che recano in mano i loro simboli. L’autore è incerto, si tratta forse di Stefano dall’Arzere.
La disposizione dei ritratti segue un preciso schema che parte dall’abside, con le figure della Vergine e dell’arcangelo Gabriele, e si dipana poi lungo tutta la cappella principale passando per i Santi Pietro e Paolo, quattro santi francescani ed infine i martiri francescani.
In particolare, Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto, noti anche come i Protomartiri Francescani, sono stati cinque frati francescani, uccisi in Marocco il 16 gennaio 1220 e canonizzati da papa Sisto IV nel 1481.
(*) ucciso nel 1321 in India, dove si era recato con altri tre compagni a predicare il Vangelo.
(**) il fregio è andato perduto a seguito dell’apertura nella muratura della grata di comunicazione con la cappella superiore posta nel convento per consentire ai frati ammalati di assistere alle sacre funzioni senza dover scendere in chiesa. Probabilmente in quest’area era raffigurato Sant’Oddone, l’unico dei cinque protomartiri francescani oggi assente nella fascia decorativa.
Disposizione dei ritratti
Galleria fotografica
Le immagini sono presentate in senso orario, partendo da sinistra (dal monumento a Bartolomeo Sanvito).
Crediti fotografici
Le immagini aventi in didascalia la dicitura “© Ufficio Beni Culturali” appartengono all’Archivio fotografico dell’Ufficio beni culturali della Diocesi di Padova.