Convegni: Cibo e spiritualità - San Francesco Grande - Padova

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GIOVEDI 18 GIUGNO 2015 ORE 20.45
CIBO E SPIRITUALITA' DACCI OGGI IL NOSTTRO PANE

CIBO E SPIRITUALITA' "il pane dei poveri" pervade la devozione al Santo come ringraziamento.

Il 18 giugno 2015, alla Scuola della Carità della parrocchia San Francesco Grande, il gesuita Jean Paul Hernandez e p. Alessandro ratti hanno dialogato su "Cibo e spiritualità" per aprire alla condivisione e alla relazione fraterna come segno di ringraziamento di quanto ricevuto.
Il gesuita Jean Paul Hernandez, cappellano dell'Università La Sapienza di Roma, e il francescano Alessandro Ratti, frate conventuale della Basilica e cappellano dell'Arciconfraternita di Sant'Antonio, hanno dialogato su come il cibo sia strumento di condivisione e relazione fraterna, profondamente legato alla nostra dimensione spitituale e non solo a quella fisica.

Ma cosa c'entra il cibo con la fede e la spiritualità?
"Tutte le grandi tradizioni religiose si esprimono anche nel modo di mangiare risponde padre Hernandez, che è anche fondatore dei gruppi "Pietre vive" che annunciano il Vangelo attraverso l'arte. Si trata di un'attività della vita umana che rivela molto della persona, del senso che dà alla vita e alla comunità. Possiamo mangiare cercando di inghiottire e stritolare tutto, oppure con un atteggiamento di gratitudine: da sempre il cibo è anche il tramite di una relazione. Nel fondo mangiare significa riconoscersi non autosufficiente, ricevere la vita da qualcosa di esterno a me. Chi mi prepara un pasto mi trasmette qualcosa di sè: con il pranzo il figlio "mangia" la mattinata della mamma. Oggi tra surgelati, mense e fast food, rischiamo di perdere questa relazione: siamo la prima generazione a perdere il contatto con chi ci fa da mangiare".

E nella Bibbia?
Nella Bibbia e nel Vangelo il cibo è onnipresente: mangiare è un atto che aiuta la comunità a far memoria e a rinsaldare i legami, incontrando Dio in tutte le persone.
Nella Bibbia il cibo è onnipresente: dal frutto dell'albero nella Genesi all'eucarestia. Si potrebbe dire che Gesù fa le cose principali a Tavola. L'atto di mangiare nella Bibbia è spesso un'occasione per l'uomo e la comunità per ricordare, fare memoria, come ad esempio nella pasqua ebraica"

Il cristianesimo si differenzia dall'ebraismo e dall'Islam per l'assenza di tabù alimentari. Perchè?
"Significa che possiamo incontrare Dio in tutte le cose: non c'è niente di impuro o di estraneo a Dio. Rimane comunque anche nel cristianesimo la tradizione del digiuno: non tanto come rinuncia, ma per educare il desiderio. Significa andare oltre i nostri bisogni, e trasformarli in occasioni di spiritualità e di preghiera".

Un'espressione peculiare del rapporto tra cibo, fede e carità è quella del "pane di Sant'Antonio". "Non è rappresentato solo dai panini benedetti, ma soprattutto dal gesto di condivisione e di carità come ringraziamento -spiega padre Alessandro Ratti. Un gesto con cui si dice che anch'io sono povero e ho bisogno del santo; allo stesso tempo ricevendo il pane sono a mia volta chiamato a condividerlo con i fratelli".
L'aspetto specifico del pane di sant'Antonio sta proprio nella carità: le famose cassette per le offerte che si possono vedere in diverse chiese. Un gesto oggi diffuso in tutto il mondo cattolico, grazie soprattutto alla spinta di papa Leone XIII, che nell'Ottocento favorì molto la venerazione di Antonio in chiave caritativa.
Oggi le offerte vengono utilizzate dall'arciconfraternita per pagare le bollette, la mensa scolastica e molte altre piccole necessità di tante famiglie povere. Nella sala priorale della basilica del Santo, dove si riunisce l'arciconfraternita, esiste uno splendido dipinto attribuito a Tiziano, dove l'autore stesso si ritrae nell'atto di aiutare il priore a distribuire il pane.
"Una prova fotografica" dell'antichità di questa forma di devozione, afferma padre Ratti. Sant'Antonio ci esorta a non essere egoisti: quello della carità deve essere un aspetto della devozione, esattamente come quello della richiesta di ringraziamento.
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