La Chiesa di S. Francesco - San Francesco Grande - Padova

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LA PARROCCHIA
LA CHIESA    

L'esterno della Chiesa a tre porte, affacciato sotto il porticato, è costruito con mattoni a vista, che caratterizzano anche lo slanciato Campanile, visibile dal chiostro rinascimentale con scene della vita di S. Antonio, ristrutturato nel 1600. Un secondo chiostro decorato con lunette che riportano la vita di San Francesco, appartiene alla Scuola Media "Pascoli". 
L'interno della Chiesa è a tre navate, coperte da volte a crociera sostenute da pilastri e da colonne, e si conclude con il profondo coro ligneo. In controfacciata: "Ascensione"  di Paolo Veronese (gli Apostoli sono di Pietro Damini). 
La seconda cappella a destra è la Cappella della Carità con scene della vita di Maria e personaggi che preannunciano la nascita di Cristo. Gli affreschi sono di Gerolamo del Santo. Da notare lo stemma della CHARITAS. 
Nella terza cappella a sinistra, S. Lorenzo del Padovanino. 
Nella quarta cappella a sinistra Crocifisso ligneo e bronzeo del Brustolon. 
Nella quarta cappella a destra, "San Francesco Stigmatizzato" di Luca Ferrari.
Segue un maestoso altare barocco, per il Santissimo, attribuito a Giuseppe Sardi.
Ai due lati del presbiterio, parti del monumento bronzeo a Pietro Roccabonella di Bartolomeo Bellano e completato da Andrea Briosco.
A destra del presbiterio "Madonna con il Bambino" di Paolo Pino; a sinistra scultura dell'Ecce Homo del Parodi e donatore in preghiera. Accanto una Cappella con la pala di Stefano dell'Arzere raffigurante San Prosdocimo che battezza S. Giustina. 
(In Sacrestla ciclo di tele coni miracoli di San Francesco di Gian Battista Pellizzari, Giovanni Specchietti e Daniel van Dyck).
L'ultimo altare è dedicato alla Madonna della Salute particolarmente venerata dai Padovani. L'altare è stato voluto nel 1528 da Andrea Capodivacca, il quadro su tela è opera di Francesco Apollodoro.
Al Beato Bernardino da Feltre fondatore dei Monti di Pietà, contro l'usura, è dedicato un altare per ricordare che in questa chiesa il Beato ha vissuto ed è stato superiore del convento. Nella stessa cappella si vede una pala dedicata a San Diego di Pietro Liberi.
E' caratteristica della Chiesa la luminosità e la maestà delle volte che intendono essere un inno all'Altissimo e un invito a sentirci uniti al Creatore. 
Perché l'idea abbia il miglior esito possibile, essi ritengono di affidare la cura degli ammalati poveri ai frati Minori Osservanti
I coniugi decidono insieme, nel 1407, di far erigere "per la salvezza dell'anima propria", una chiesa, un convento, un ospedale: un insieme di fabbriche che ricopriva una grande estensione, abbracciando un'area tra via San Francesco, via Galilei e via del Santo, estendendosi poi dall'altro lato fino all'edificio prospiciente la Chiesa dove probabilmente fin dal secolo XII aveva sede la Scuola della Carità, una delle più importanti confraternite di Padova; essa amministrava i lasciti di persone pie, destinati "al soccorso degli infermi e dei poveri, nonché a dotare le fanciulle bisognose e ad altre opere di bene". A fianco della Scuola sorgevano le case di Baldo e Sibilia. Alla morte di quest'ultima nel 1421 (il marito era defunto nel 1418), le loro proprietà passarono alla Scuola. 
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