La sua storia - San Francesco Grande - Padova

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IL CONVENTO
DAL TRAUMA DELLA SOPPRESSIONE ALLA GIOIA DELLA RINASCITA
 (tratto da Difesa del Popolo 2 febbraio 2014)
E arrivò il 31 maggio 1810, festa dell'Ascensione. "Fatal giorno - scrive un testimone diretto, padre Luigi Lucadello da Padova - antecedente alla forzata deposizione del nostro serafico abito e della nostra dolorosa separazione; un giorno veramente di amarezza e pianto". In attuazione del decreto napoleonico di Compiegne la comunità dei frati minori di San Francesco Grande, composta da 43 religiosi tra sacerdoti, chierici, laici, professi e terziari, viene sciolta. Alcuni, tra cui il padre guardiano Filippo da Mostar, rimasero "ospiti in casa propria" a fianco e in aiuto al clero secolare addetto alla chiesa che, per interessamento del vescovo, divenne sede parrocchiale in sostituzione di quella di San Lorenzo. Il primo parroco di San Francesco fu infatti don Antonio Pengo, che era già alla guida della parrocchia trasferita.
La maggior parte del convento, che era già stato utilizzato dalle truppe francesi come ospedale, fu convertito in magazzino militare mentre la biblioteca Carmeli fu posta, come quella di santa Giustina, sotto la proprietà della biblioteca universitaria.
La situazione migliorò, ma di poco, quando ai francesi si sostituirono gli austriaci. Nel 1827 il governo cedette metà del convento al parroco e alla fabbriceria come canonica e per usi di culto. L'altra metà, quella più vasta dentro la chiesa con la libreria vecchia, il chiostro romboidale e gli orti, fu concessa all'università per istituire la scuola di zoologia e veterinaria. Nel 1871 passò di proprietà al comune di Padova che vi trasferì la scuola normale femminile, o magistrale, fondata nei locali dell'ex convento del santo nel 1868. Alla scuola magistrale erano annessi un giardino d'infanzia e un corso completo di scuole elementari per le esercitazioni pratiche delle maestre e la palestra di ginnastica.
Si giunse così al 1913, quando padre Berardo Guerra, guardiano del convento di San Giacomo di Monselice, prese l'iniziativa di avviare, con il consenso dei superiori, la pratica per il ritorno dei Francescani nel convento padovano. Il vescovo mons. Luigi Pellizzo si mostrò favorevole, a patto che la congregazione si assumesse anche la cura pastorale della parrocchia. Fu quindi studiata e approvata la convenzione. La data d'ingresso fu fissata nel 27 ottobre 1913, ma poi rinviata al 4 gennaio 1914. All'anziano parroco secolare, don Giovanni Bolognin, in deroga alla convenzione fu lasciato finché visse l'appartamento che occupava e tutto il beneficio parrocchiale. Il 1° febbraio 1918, dopo la morte di don Bolognin, divenne parroco prendendo possesso della comunità il 5 febbraio 1919.
Se padre Guerra è ricordato come il primo parroco regolare di San Francesco, incarico che svolse per trent'anni, durante i quale fu eseguito nel 1924 il restauro integrale della chiesa indubbiamente il segno più incisivo nell'ultimo secolo l'ha lasciato il suo successore, padre Mariano Girotto, guardiano del convento e parroco di San Francesco dal 1935 per 39 anni. Particolarmente vivido rimane il ricordo della sua opera durante l'ultima guerra, quando dinanzi al convento si installò la sede del maggiore Cantà dove si torturavano i prigionieri politici, eppure padre Mariano riuscì a sostenere i perseguitati trovando un sistema per comunicare con i prigionieri e rincuorarli.
"Oggi la parrocchia - spiega padre Bellè - che nel 1914 aveva settemila anime e andava fino ai confini con Ponte San Nicolò, ne conta 1300, 500 nuclei familiari a cui si aggiungono i molti studenti. 
Abbiamo un gran numero di volontari che si occupano delle varie strutture parrocchiali, la scuola della Carità, due patronati, il cinema parrocchiale, la Cassa Alpina a Rocca Pietore. Come frati curiamo la carità con interventi diretti e attraverso la partecipazione della Caritas vicariale, teniamo la regia dei terziari francescani veneti, curiamo le vocazioni religiose sia maschili che femminili e la predicazione alle missioni diocesane.
A Maria Pastorello, una figura emblematica del volontariato laicale a San Francesco, Patrizio Zanella ha dedicato una corposa biografia che sarà presentata giovedì 20 febbraio alle 20.45 nella Sala della Carità da mons. Pietro Brazzale, Francesco Jori e l'autore. 
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