PADRE FRANCESCO MACEDO - San Francesco Grande - Padova

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FRATELLI ILLUSTRI A PD
Padre Francesco Macedo (1596-1681)
 
Padre Francesco Macedo nacque a Coimbra, in Portogallo, nel 1596. Fu gesuita per circa trent’anni, nel 1642 divenne francescano dell’Osservanza. Fin da giovane manifestò una memoria prodigiosa e un ingegno pronto ad affrontare ogni genere di studi. Letterato, poeta, filosofo, teologo, perfino politico, abbracciò quasi tutto lo scibile dei suoi tempi dandone prova in varie accademie d’Europa dove fu chiamato a insegnare. Sostenne con varie opere polemiche il diritto al trono del Portogallo di Giovanni IV duca di Braganza contro le pretese degli spagnoli, impegnando anche le corti di Francia e d’Inghilterra a proteggerne la causa.
Passato ai Minori dell’Osservanza, gli fu data la cattedra di teologia polemica a Roma, nel collegio di Propaganda Fide, segno tangibile della benevolenza del papa Alessandro VII, e così pure la cattedra di storia ecclesiastica alla Sapienza. Fu anche consultore dell’Inquisizione.
Trasferitosi a Venezia, suscitò tanta ammirazione da esser chiamato scientiae monstrum. Nelle tesi da lui pubblicate col titolo Leonis D. Marci rugitus litterarii disputò attorno alle più varie questioni con una vivacità d’ingegno eccezionale. Da teologo divenne poeta estemporaneo e compose mille versi e un epigramma in lode dei veneziani: ciò gli procurò una cattedra allo Studio di Padova e la cittadinanza veneta.
All’Università di Padova padre Macedo insegnò per 14 anni sempre circondato da una folla di scolari ansiosi di ascoltare le sue lezioni sul commento ai libri di Aristotele e di divulgare per la città l’epigramma con cui era solito concludere le lezioni.
Nel 1667 il Senato a larga maggioranza lo destinava alla lettura di filosofia morale nello Studio padovano. Autore di 69 opere secondo un suo catalogo, di 109 stampate e 30 manoscritti secondo la Biblioteca lusitana, scrisse di tutto, in prosa e in versi. Volle approfondire specialmente le questioni religiose più dibattute, dall’Immacolata Concezione all’infallibilità del papa, strenuo difensore dell’una e dell’altra con la sua natura possente e focosa.
Il suo nome resta legato ai numerosi lavori teologici; soprattutto ricordiamo le Collationes doctrinae S. Thomae et Scoti in tres libros Sententiarum con i quali contribuì, ed è questa la maggior lode, alla diffusione della scuola scotista, occupando un posto importante fra i successori del Wadding, l’anima di tale movimento.
Padre Francesco Macedo cessava di vivere il 1° maggio 1681 all’età di 85 anni nel convento di San Francesco Grande di Padova.
Sopra la porta della sacrestia i confratelli ne collocarono il ritratto con iscrizione. Un’altra lapide gli fu dedicata a Santa Maria in Ara Coeli a Roma. 
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